Ragusa e dintorni

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Dove ci troviamo?

Ragusa (pronuncia italiana /raˈɡuːza/, localmente /r̝aˈɡʊːsa/, Raùsa in siciliano) è un comune italiano di 72 967 abitanti, capoluogo dell’omonima provincia in Sicilia. Essa è chiamata la “città dei ponti” per la presenza di tre strutture molto pittoresche, ma è stata definita anche da letterati, artisti ed economisti come “l’isola nell’isola” o “l’altra Sicilia”, grazie alla sua storia e ad un contesto socio-economico molto diverso dal resto dell’isola. Nel 1693 un devastante terremoto causò la distruzione quasi totale dell’intera città, mietendo più di cinquemila vittime. La ricostruzione, avvenuta nel XVIII secolo, la divise in due grandi quartieri: da una parte Ragusa superiore, situata sull’altopiano, dall’altra Ragusa Ibla, sorta dalle rovine dell’antica città e ricostruita secondo l’antico impianto medioevale. I capolavori architettonici costruiti dopo il terremoto, insieme a tutti quelli presenti nel Val di Noto, sono stati dichiarati nel 2002 Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Ragusa è uno dei luoghi più importanti per la presenza di testimonianze d’arte barocca.

Cattedrale di S. Giovanni
(7 minuti a piedi - 750 m)

La cattedrale di San Giovanni Battista è il principale luogo di culto di Ragusa superiore.
La chiesa, prima del terremoto del 1693, sorgeva nella parte ovest dell'antico abitato di Ragusa sotto le mura del castello medievale, dove oggi si trova la chiesetta di Santa Agnese, edificata sulle sue rovine verso la fine del XVIII secolo. Gravemente danneggiata dal sisma, viene riedificata al centro del nuovo abitato di Ragusa nella contrada del "Patro". Il 15 aprile del 1694 fu posta la prima pietra e la chiesa dopo appena quattro mesi era completa, tanto che il 16 agosto fu aperta al culto con una solenne cerimonia cui presenziarono tutti i maggiorenti della Contea. Il breve tempo occorso per la costruzione indica che si trattava di una piccola chiesa, inadeguata alle esigenze del nuovo quartiere della città in espansione. Nel 1718 si iniziò, quindi, la costruzione nello stesso sito di una chiesa più grande. Due “capimastri” di Acireale, Giuseppe Recupero e Giovanni Arcidiacono, potrebbero aver svolto un ruolo progettuale, e alcuni particolari architettonici dei prospetti della chiesa di San Giovanni sono tipici dei monumenti barocchi dell'area Acese e Catanese, come le caratteristiche paraste bugnate o il monumentale portale maggiore (che presenta notevoli analogie con il portale marmoreo della Cattedrale di Acireale). Vi è anche presente una piazza.

Ragusa Ibla
(30 minuti a piedi, 15 minuti in auto - 3 km)

Ragusa Ibla, o semplicemente Ibla, è uno dei due quartieri che formano il centro storico di Ragusa in Sicilia. In dialetto ragusano il quartiere è anche chiamato Iusu (ovvero la Ragusa inferiore, per distinguerla da quella superiore.
Dopo il terremoto del 1693, la città di Ragusa antica fu ricostruita attuando cantieri che produssero opere, edifici e monumenti di gusto tardo barocco. In essa risultano presenti ben 14 dei 18 monumenti della città di Ragusa oggi iscritti nel patrimonio dell'umanità. L'antica città contiene oltre cinquanta chiese e numerosi palazzi in stile barocco. Nella parte più orientale, si trova il Giardino Ibleo e sono inoltre presenti gli scavi di un'antica città che secondo diversi storici sarebbe identificabile con l'Hybla Heraia. Nel 1865 il quartiere si stacca amministrativamente dal resto della città diventando comune autonomo prendendo il nome di Ragusa Inferiore, nome che mantenne fino al 1922 quando fu cambiato in Ragusa Ibla[2]. Rimase comune autonomo fino al 1927, quando si riunì al comune di Ragusa composto dai quartieri costruiti sulla collina del Patro.[3]. Ragusa Ibla è inoltre sede di alcune importanti manifestazioni e tradizioni antiche come Ibla Buskers, Ibla Grand Prize, la festa del Patrono di Ragusa S. Giorgio e la Settimana Santa, vissuta dalle numerose Confraternite attorno alla devozione sempre viva da secoli per il SS. Sacramento esposto in quarantore presso il Duomo di San Giorgio.

Il Castello di Donnafugata (24 minuti in auto - 19 km)

Ci sono varie ipotesi sull’origine del nome “Donnafugata”. Usualmente viene ricondotto ad un episodio leggendario, quale la fuga della regina Bianca di Navarra, vedova del re Martino I d’Aragona e reggente del regno di Sicilia che venne imprigionata nel castello dal conte Bernardo Cabrera, che aspirava alla sua mano e, soprattutto al titolo di re. In realtà la costruzione del castello è successiva alla leggenda. Secondo altri il nome è la libera interpretazione e trascrizione del termine arabo عين الصحة ʻAyn al-Ṣiḥḥat (Fonte della Salute) che in siciliano diviene Ronnafuata, da cui la denominazione attuale.

Marina di Ragusa (30 minuti in auto - 25,6 km)

L’antico nome del paese era Mazzarelli, che deriva dall’arabo Marsa A’Rillah, significante piccolo approdo. Alla fine del XVI secolo accanto al porto vecchio fu costruita la Torre Cabrera a scopi difensivi, e pochi decenni dopo si era già formato un nucleo abitativo; questo però non prosperò e non si ingrandì molto (anche a causa delle vicine paludi alla foce del fiume Irminio prosciugate nell’800) e la sua fortuna giunse solo alla fine del XIX secolo, quando nacque il commercio della pietra pece con gli Inglesi e delle carrube. Nel 1928, per volontà del gerarca fascista Filippo Pennavaria, il nome si trasformò nell’attuale Marina di Ragusa. Dopo il periodo bellico Marina di Ragusa conobbe un vero e proprio boom abitativo, a causa dello scatenarsi della moda della “seconda casa a mare” da parte dei ragusani; tale espansione continua ancora oggi e ha portato il borgo a diventare un centro balneare di prim’ordine.

Punta Secca (Montalbano) (35 minuti in auto - 29km)

Punta Secca (Punta Sicca in siciliano) è un piccolo borgo marinaro, frazione di Santa Croce Camerina in provincia di Ragusa, in Sicilia. La gente del posto la chiama "a sicca" (la secca) probabilmente per la presenza di una piccola formazione di scogli di fronte alla spiaggia di levante, appunto una "secca".
Il borgo, unitamente alla vicina Punta Braccetto, esisteva già in epoca remota e fu occupato da Bizantini, Arabi e Normanni. Ai tempi degli Arabi era chiamata ʿAyn al-Qasab, ma nel corso dei secoli acquisì parecchi altri nomi tra cui: "Raʾs Karam", "Raʾs Karama", "Capo Scaramia" e, recentemente, "Capo Scalambri" (nome ancora oggi visibile in alcune carte geografiche e in quelle "nautiche") da cui prende il nome la torre Scalambri, torre costiera difensiva costruita nel XVI secolo. Nel 1766 furono costruiti i magazzini di pesce (oggi ristorante Rosengarten) e nel 1767 fu costruita la piccola chiesetta di Santa Maria di Porto Salvo. Non è vero, come erroneamente alcuni sostengono, che sulle sue spiagge, nel 1943 sia avvenuto lo sbarco delle forze anglo-americane nel corso dell'operazione Husky. Infatti tale sbarco avvenne tra Licata e Gela nella costa meridionale, e tra Pachino e Siracusa nella orientale. Tuttavia alcuni piccoli nuclei delle Forze alleate sbarcarono poco al di là della cittadina marittima Scoglitti (distante in linea d'aria circa 4 miglia da Punta Secca) e solo 1 mezzo anfibio vicino Punta Braccetto (circa 1 miglio da Punta Secca). Il borgo deve la sua recente popolarità al fatto che qui è stato ambientato uno dei set cinematografici delle serie televisive Il commissario Montalbano ed Il giovane Montalbano. La casa di Salvo Montalbano è infatti situata, nelle serie, in una villetta nella piazzetta del borgo.
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